L’eredità dei Celti in Europa
I Celti furono i primi tra i popoli preistorici ad uscire dall’anonimato nei territori a sud delle Alpi e la loro civiltà si andò formando come nazione sin dalla metà del I millennio a.C., a nord-ovest delle Alpi. Furono loro a portare l’Europa centrale ad un contatto più stretto col mondo Mediterraneo e, grazie alla loro forza creativa, a determinare l’apice della civiltà nei territori a nord delle Alpi. Prima di ciò nulla di questo popolo era noto alle civiltà del sud, in particolare al mondo greco e romano, al quale dobbiamo le prime testimonianza storiche riguardanti l’Europa. Il commercio e gli scambi furono i mezzi per conseguire un contatto per lo meno parziale tra l’ambiente celtico e quello mediterraneo, all’inizio lentamente, poi con crescente intensità.
L’importanza dei Celti non trova parallelo nella storia dell’Europa antica. A quei tempi, nel mondo antico in continua evoluzione, essi ebbero la funzione di portare l’Europa “barbarica” a diretto contatto con le più avanzate culture e civiltà del Mediterraneo. In seguito i Celti misero a frutto le loro capacità organizzative, la loro genialità in campo tecnico e il loro innato senso estetico, e costruirono una notevole base economica e commerciale che lasciò impresso il suo carattere sull’intero ambiente europeo. Essi arricchirono la civiltà europea con i più efficienti metodi di produzione e procedimenti artigianali, introducendovi una maggiore specializzazione e ponendo così le basi per lo sviluppo del MedioEvo. Con loro il processo di civilizzazione pre e proto-storico dell’Europa centrale giunse alla sua massima espressione.
Alla fine essi persero il loro dominio politico ed economico, ma, soprattutto in Occidente, rimase viva e duratura l’eredità della loro cultura, con il suo affascinante retaggio di prodotti artistici e col suo misterioso mondo di imprese, leggende, religioni e racconti eroici; e ciò fu fonte di ricchezza per la cultura europea, che vi attinse largamente attraverso i suoi maggiori spiriti creativi.
E’ giusto e doveroso che il mondo di oggi riconosca il suo debito verso la cultura celtica e ne prenda più chiara coscienza.
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